sabato 3 luglio 2010

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Finanziamenti: perchè servono?


Dopo mesi di duro lavoro, finalmente avete un team consolidato, un prodotto che gira e siete formalmente una società.

Se siete arrivati fino a questo importante traguardo, vuol dire che, in modo o in un altro, avete avuto le risorse economiche per affrontare tutte le spese necessarie.

Facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire quali possono essere le alternative per risolvere la questione economica per una startup.

Come anticipato anche nei post precedenti, per dar vita ad una startup ci vogliono le persone, tanta passione ma, purtroppo, anche delle risorse finanziare, senza le quali non si va molto lontano.
Questo aspetto varia molto da caso in caso e può dipendere da vari fattori:

- Età media del team e loro situazioni lavorative

- Tipologia del servizio/prodotto che offrite

- Attitudine al sacrificio

Prima di tutto analizziamo il team.

Se decidete di creare una startup e siete giovani studenti la situazione è ovviamente molto diversa rispetto ad essere più maturi e magari con famiglia e lavoro.
Un gruppo di giovani studenti è la situazione migliore, secondo me, perchè, in genere, sono i genitori che li sostengono economicamente oppure, tramite qualche lavoretto, riescono a mantenersi autonomamente. E’ evidente che, in questo caso, l’unico pensiero è studiare e sviluppare per la propria startup. Nessuna importante implicazione economica, almeno all’inizio. In poche parole, non avete bisogno di uno stipendio per mantenervi e quindi non avete grosse spese societarie. Il rovescio della medaglia è che, causa studi, non potete dedicarvi a tempo pieno al vostro progetto.

Nel caso di un team più maturo, magari con famiglia e con un lavoro, le cose sono diverse. Ovviamente avrete meno tempo a disposizione per la vostra startup e, a meno di non poter garantire comunque il sostentamento alla (eventuale) famiglia e per sè, è difficile che possiate lasciare il lavoro per dedicarvi interamente al vostro progetto (almeno nella fase inziale). D’altro canto però, essendo già lavoratori, potenzialmente, avete maggiori possibilità economiche rispetto ad uno studente per investire nel vostro progetto. Senza contare, che, spesso, chi ha già lavorato, ha una maggiore esperienza dello studente. Soprattutto se, per anni, ha lavorato nel settore che interessa anche la sua startup.

Molto dipende anche dal tipo di servizio che offrite.

Se la vostra startup vende un servizio/prodotto, è molto probabile che, dopo i primi tempi necessari per farsi conoscere, possiate già iniziare ad avere profitti e, quindi, possiate pensare di autosostenervi senza dover ricorrere ad investitori esterni.

Al contrario, se il vostro è un servizio free e puntate solo a fare utenti, senza aver ancora capito come monetizzare, è molto probabile che dobbiate rivolgervi ad un investitore per poter continuare.

Il caso “peggiore”, riguarda quelle startup che non offrono un servizio online, ma basano il loro business su componenti hardware e/o macchinari particolari e costosi. In questo caso non c’è possibilità di avviare l’attività senza una risorsa economica importante e subito disponibile.

Indipendentemente dall’età e dallo stato da lavoratore o studente, una caratteristica importante dello startupper è l’attitudine al sacrificio.
Non parliamo solo dal punto di vista dell’impegno e delle ore di lavoro dedicate alla vostra startup ma, soprattutto, della capacità di rinuncia. Spesso, infatti, non è possibile affrontare certe spese, se si vuole portare avanti una startup con le proprie forze. Bisogna sempre rinunciare a qualcosa! Ovviamente, come per tutto, esistono le eccezioni, persone che hanno a disposizione risorse economiche personali, per cui il costo della startup è inifluente.

In poche parole, sia che siate studenti e sia che siate lavoratori, quello che serve sempre al team è una fonte economica per sostenere se stessi ed il progetto. Nelle uscite di tutte le startup, la voce più influente, è quella relativa ai compensi del team.

Questo è sicuramente il motivo principale per cui una startup si rivolge agli investitori, soprattutto nei casi in cui non sono previsti profitti per molti mesi.

Il secondo motivo, è relativo alla crescita e sviluppo della startup: un ufficio con relative attrezzature, nuovo personale, spese di marketing, viaggi, ecc.

Insomma, per una startup le risorse economiche sono indispensabili, adesso bisogna capire dove recuperarle. Le opzioni non sono tantissime:

- Autofinanziamento

- Angels e VCs

- Fondi comunitari

Se riuscite ad autosostenervi fino a quando iniziate a fare profitti è sicuramente la soluzione migliore, ma anche la più difficile da perseguire.

Rivolgersi ad Angels e/o VCs è la soluzione più diffusa. Ammesso che passiate la loro due diligence, dovrete fare i conti con una riduzione delle vostre azioni a favore dell’investitore e dovrete tenere in considerazione che non sarete più i padri padroni della startup, ma dovrete dar conto anche all’investitore.

I fondi comunitari sono difficili da ottenere e, spesso, soggetti a forti restrizioni di varia natura. Personalmente, se fossi in voi, ne farei a meno, soprattutto se parliamo di una startup web.

Ibrii è nato mentre io ed il mio socio eravamo ancora studenti, per cui finanziati dalle nostre rispettive famiglie. Il tempo dedicato era limitato solo alla sera o nei giorni più liberi dallo studio. Solo in un secondo momento, dopo la laurea, abbiamo deciso di dedicarci a tempo pieno alla nostra startup ma, anche in questo caso, abbiamo avuto la fortuna di aver avuto le famiglie che ci hanno sostenuto, altrimenti sarebbe stato davvero difficile continuare.

Fortunatamente, dopo pochi mesi abbiamo incontrato il nostro investitore, dPixel e le cose sono molto cambiate. Nel prossimo post, vi racconterò la nostra storia (in tanti me lo avete chiesto) e vi spiegherò come abbiamo ottenuto finanziamenti da dPixel.

Un saluto a tutti,
Stefano